Preghiera Quinta settimana di Quaresima
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Un luogo d’ospitalità
Genesi 18, 1-8
Poi il Signore apparve a lui alle Querce di Mamre, mentre egli sedeva all’ingresso della tenda nell’ora più calda del giorno. Egli alzò gli occhi e vide che tre uomini stavano in piedi presso di lui. Appena li vide, corse loro incontro dall’ingresso della tenda e si prostrò fino a terra, dicendo: “Mio signore, se ho trovato grazia ai tuoi occhi, non passare oltre senza fermarti dal tuo servo. Si vada a prendere un po’ d’acqua, lavatevi i piedi e accomodatevi sotto l’albero. Andrò a prendere un boccone di pane e ristoratevi; dopo potrete proseguire, perché è ben per questo che voi siete passati dal vostro servo”. Quelli dissero: “Fa’ pure come hai detto”.Allora Abramo andò in fretta nella tenda, da Sara, e disse: “Presto, tre sea di fior di farina, impastala e fanne focacce”. All’armento corse lui stesso, Abramo; prese un vitello tenero e buono e lo diede al servo, che si affrettò a prepararlo. 8Prese panna e latte fresco insieme con il vitello, che aveva preparato, e li porse loro. Così, mentre egli stava in piedi presso di loro sotto l’albero, quelli mangiarono.
Preghiera
Tempo verràin cui, con esultanza,saluterai te stesso arrivatoalla tua porta, nel tuo proprio specchio,e ognuno sorriderà al benvenuto dell’altroe dirà: siedi qui. Mangia.Amerai di nuovo lo straniero che era il tuo io.Offri vino. Offri pane. Rendi il cuorea se stesso, allo straniero che ti ha amatoper tutta la tua vita, che hai ignoratoper un altro e che ti sa a memoria.Dallo scaffale tira giù le lettere d’amore,le fotografie, le note disperate,sbuccia via dallo specchio la tua immagine.Siediti. E’ festa: la tua vita è in tavola.
D. Walcott, Amore dopo amore
Per pensarci su…
IL MIRACOLO DELL’OSPITALITA’Ciò che da inizio a questo brano è l’arrivo dei tre forestieri, prima tutto è tranquillo, apatico. i forestieri sono in piedi presso Abramo, si suppone che poi si seggano, per mangiare. Abramo è inizialmente seduto all’ingresso della tenda, quasi in attesa, poi corre, si prostra, va in fretta da Sara, corre lui stesso all’armento e infine sta in piedi. C’è come un’inversione: Abramo da seduto si mette in piedi, da immobile corre. I forestieri dopo aver camminato stanno in piedi, e infine si seggono. Il forte, il padrone di casa, si fa servo. Il debole (l’ospite) si fa signore. La situazione è capovolta. E’ il miracolo dell’ospitalità.Abramo si muove in fretta e chiede a Sara e al ragazzo di fare in fretta. La fretta è espressione della sua sollecitudine, del calore della sua ospitalità. C’è come una tensione fra la fretta di Abramo e il tempo incomprimibile: ci sono “tempi tecnici” necessari a realizzare l’accoglienza. Abramo non vuole fare tutto da solo: coinvolge anzitutto sua moglie e anche un ragazzo che è al loro servizio. La collaborazione è segno della sollecitudine – da solo ci metterebbe più tempo, e anche della consapevolezza del suo limite – è Sara che sa fare il pane, è il ragazzo che è capace di prepararlo, più di lui che è ormai vecchio. E forse è segno di qualcosa di più: gli ospiti saranno ospiti di tutta la sua “casa”, la sua gioia sarà partecipata.
“Non dimenticate l’ospitalità; alcuni, praticandola, senza saperlo hanno accolto degli angeli.”(Eb 13,2)


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